- ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI FERROVIARI RIUNITI
MOBILITY PRESS: Anceferr tra crisi e ripresa
Siamo di fronte alla più grave crisi economica degli ultimi anni e il settore ferroviario può e deve avere un ruolo essenziale per la ripresa dell’economia italiana.
Le misure in campo possono essere varie, anche perché il settore è composto da molti segmenti: dal trasporto merci a quello delle persone, a lunga e breve percorrenza, fino ad arrivare al trasporto pubblico locale. Un forte impegno, sembra quasi certo, sarebbe concentrato sullo sviluppo infrastrutturale.
Per tale ragione, poniamo alcune domande per capire quale direzione dovrebbe essere presa per ripartire.
Quali misure economiche potranno sostenere il settore ferroviario durante la più grave crisi economica dal 1929 ad oggi per lo sviluppo di modalità di trasporto più sostenibili?
Siamo l’ANCEFERR, un’associazione d’imprese che dal 2011, anno della nostra costituzione, ha messo alla base del nostro sodalizio la ‘qualità ’ e la certificazione di ogni nostro intervento e la sicurezza e incolumità dei nostri lavoratori. In questi terribili mesi di pandemia, non siamo mai intervenuti per chiedere sussidi o per spingere nell’avviare cantieri che mettessero a rischio la salute di chi vi era impegnato. Lo dicevamo prima e continueremo a dirlo oggi: bisogna guarire le infrastrutture, nel nostro caso ferroviarie, del nostro Paese, bisogna investire in manutenzione, avviare le gare e semplificare le procedure. Di burocrazia e di promesse non ne possiamo più.
Come cambierà , a suo parere, il modo di viaggiare per le persone e di trasportare merci per i prossimi 12/18 mesi? Quali gli effetti di lungo periodo?
E’ davvero difficile prevedere come viaggeremo tra un anno, un anno e mezzo. Dipenderà da quello che succederà sul fronte virus/vaccino/seconda ondata sì o no! Non sanno dirlo gli esperti che, come leggiamo e sentiamo hanno opinioni opposte e fuorvianti, non possiamo dirlo noi che siamo dei costruttori. Quello che abbiamo sotto gli occhi è come viaggiamo oggi: carrozze vuote di donne e uomini, mentre poco è cambiato per le merci.
Nel lungo periodo…non vorremmo citare Keynes! Nei trasporti, come in tutti gli altri settori, serve una nuova presa di coscienza sulla base di quello che abbiamo imparato da questa emergenza. Siamo comunque fiduciosi e, se i decisori sapranno attuare le riforme giuste, dopo i prossimi mesi duri, pensiamo anche durissimi, ci sarà una ripresa.
Come sono andate le attività di costruzione e manutenzione durante il lungo periodo di lockdown e che percezione avete del fabbisogno manutentivo nei prossimi mesi?
Nei mesi passati abbiamo insistito per fermare i cantieri non urgenti, anche di fronte a richiesta del nostro committente, perché, come abbiamo detto, non volevamo mettere a rischio la salute dei lavoratori spesso pendolari. Non abbiamo fermato niente di quello che invece era necessario per continuare ad assicurare la sicurezza dei passeggeri e delle merci. I Contratti di Programma ANAS ed RFI, bloccati da oltre due anni e mezzo, hanno 28 miliardi destinati alla manutenzione stradale e ferroviaria. Non basta scrivere i contratti, bisogna applicarli: E poi, vorremmo tornare sulla salute e sulle circolari Inail a proposito del Covid e dell’assicurazione come infortunio sul lavoro. Lo ripetiamo, serve una legge, non si possono mettere ulteriori ostacoli alle imprese oneste e che rispettano le norme.
Nelle scorse settimane abbiamo ospitato diversi interventi che mettono al centro lo sviluppo infrastrutturale ferroviario del Mezzogiorno, con particolare riferimento alla Calabria. Erroneamente qualcuno parla di una linea nuova ad Alta velocità . Molto più probabili degli interventi di velocizzazione. Cosa ne pensa il mondo dei costruttori ferroviari?

Il Sud è l’anello debole, debolissimo, del nostro trasporto e oseremmo dire una miopia non curata dalla notte dei tempi che quindi non ascrivibile a questo o quel governo. L’Alta Velocità non è possibile se non ci sono i binari adatti. Abbiamo sentito qualche giorno fa che il 51% delle risorse del Contratto di Programma 2017/2021 andranno al Sud. Il fatto che ancora se ne parli a giugno 2020 dice tutto.