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Relazione del presidente Anceferr

Relazione del presidente Anceferr

I passaggi chiave della relazione del presidente Anceferr

Una pianificazione per il dopo Pnrr. “Con i numeri in crescita, l’indotto che offre lavoro ad almeno 30mila persone, generando quasi un punto di Pil, le nostre imprese impegnate nei cantieri ferroviari rappresentano una realtà preziosa per la crescita sociale ed economica del Paese. Realtà strutturate e qualificate che costituiscono l’eccellenza del settore, aperte al dialogo con il governo e al confronto costruttivo con istituzioni e sindacati, nella piena consapevolezza del proprio ruolo a livello nazionale e internazionale. Cosa succederà a queste imprese, che oggi sono più forti e operative che mai, una volta concluso il Pnrr? Chiediamo alle istituzioni di pianificare per tempo una strategia, un orizzonte chiaro per il futuro. Dobbiamo evitare che l’enorme potenziale creato in questi anni vada disperso. Le imprese stanno dimostrando di poter crescere e innovare, ma ora è necessario un nuovo programma che garantisca stabilità e continuità oltre il 2026. Siamo a disposizione per fornire il nostro contributo a un tavolo di lavoro operativo con le istituzioni e il committente”.

Patente a punti: oggi crea nuova burocrazia, chiediamo la qualificazione delle imprese e un registro. Per il presidente Anceferr “il sistema di patente a punti, introdotto con il decreto 19/2024 per aumentare la sicurezza sui cantieri, al momento, si concretizza in un mero sistema di decurtazione e recupero di crediti tramite corsi di formazione, piuttosto che in uno strumento di innovazione, perché impone alle imprese un eccessivo carico burocratico senza apportare reali benefici. Inoltre, il sistema esenta le imprese più qualificate, ma richiede comunque loro di monitorare la regolarità dei subappaltatori, imponendo un onere amministrativo eccessivo per chi già opera secondo elevati standard di sicurezza”. Come imprese qualificate del settore edile ferroviario “ci aspettavamo altro. Credevamo si potesse finalmente realizzare un meccanismo in grado di far emergere le criticità del settore edile, attraverso per esempio un sistema di verifiche sulle imprese riguardo a: sostenibilità finanziaria, competenze tecniche certificate, personale assunto, mezzi, attrezzature e tecnologie adottate, curriculum e storia, ma anche il livello di formazione specifica del personale nel rispetto degli obblighi normativi”. Anceferr da tempo chiede la creazione di un “registro pubblico delle imprese di costruzione. Un ‘casellario’ con tutte le informazioni che qualificano l’azienda”.

Sempre più forte collaborazione con Rfi, mantenere alto il livello di qualità. Il presidente ha poi evidenziato il ruolo di Anceferr come partner di Rfi, proponendo la creazione di percorsi formativi specifici per la certificazione delle competenze tecniche richieste nel contesto ferroviario. “Ci aspettiamo da Rfi una revisione volta a elevare il livello qualitativo dei sistemi di qualifica, ma mantenendo fede al principio che le imprese che eseguono lavori in presenza di esercizio ferroviario devono essere altamente specialistiche. Non possiamo permetterci di abbassare i requisiti per l’accesso al sistema di qualifica per chi opera in cantieri complessi e ad alto rischio” ha dichiarato il presidente. Il tema della formazione dei giovani è strategica, per cui Anceferr si propone come “scuola di cantiere” per la formazione di tecnici e operatori qualificati, in collaborazione con Rfi che possa certificare le competenze.

Proroga decreto Aiuti per il caro materiali, si rischia paralisi cantieri. Da Miceli infine, un appello a governo e Parlamento perché con la prossima legge di bilancio si intervenga a sciogliere definitivamente l’interrogativo sulla proroga del Decreto Aiuti, “strumento indispensabile, che sinora ha reso possibile portare avanti i lavori in corso, travolti da aumenti eccezionali dei prezzi e che va prorogato anche per il 2025, pena il rischio di un blocco dei cantieri, a partire da quelli del Pnrr. La misura finora ha assicurato la prosecuzione dei lavori appaltati nel periodo Covid, con la firma di accordi economici precedenti al 31 dicembre 2021, oggi non più sostenibili. Senza il Decreto aiuti e senza misure adeguate, sarebbe insostenibile continuare a lavorare. In alternativa, chiediamo altri meccanismi che consentano l'adeguamento dei contratti di appalto alle nuove esigenze attraverso una riprogrammazione dei lavori in corso, o la definizione di una exit strategy, una via di fuga consensuale per le imprese, per esempio, accordando lo scioglimento dei contratti senza contenziosi”.
 

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